IL COMPLESSO DI EROSTRATO
Tempo
fa leggendo un libro di storia filosofica ho appreso dell’esistenza nell’antica
Grecia e precisamente nella metropoli di Atene, di un vecchietto piuttosto
impavido nonché folle di nome Erostrato. Costui afflitto da una esistenza fin
troppo ordinaria ma spinto da una indomabile volontà nascosta di giungere agli
onori della cronaca e della fama, rimase a pensare a lungo e alla fine trovò il
rimedio per uscire dall’anonimato, come ? Mettendo a fuoco il divino Tempio di
Atena. Ma essendo la fama il suo obiettivo, a prescindere dalla ragione per cui
gli venisse riconosciuta gloria, si preoccupò di andare gridando con somma
gioia alle genti di Atene una frase ripetitiva: “Dite a tutti che io sono
Erostrato ed ho bruciato il tempio di Atena! Ricordatevi bene, Erostrato !”
L’assurda presa di posizione costò al vecchietto la sua stessa vita data
l’entità del sacrilegio compiuto, ma se ancora oggi si parla di lui e
ricordiamo il suo nome possiamo in un certo senso ammettere che il suo intento
è stato soddisfatto, ha avuto ciò che chiedeva: la fama.
Pur
non essendo un complesso patologico riconosciuto nei manuali di psichiatria e
psicopatologia, ho azzardato a inquadrare tale caratteristica di personalità
dandole un nome, il complesso di Erostrato appunto, interrogandomi su quanti
inconsapevolmente oggi soffrono di questo problema. Mi viene naturale pensare
ai tanti criminali che pur di essere riconosciuti, temuti e nominati rinunciano
ad una vita tranquilla ed onesta e compiendo azioni illegali si costruiscono, a
loro modo, un ruolo ed una fama. Uscir fuori dal normale colpisce tutti,
l’azione antisociale è di per sé destinata a salire alla ribalta della cronaca
e più l’atto è eclatante più i media ne parlano, ciò per dinamiche psicologiche
paradossali che gratificano l’autore del crimine che, sebbene in forma
negativa, comunque si sente oggetto di attenzione pubblica. Fu Adler nel primo
novecento a parlare di “sentimento di inferiorità” come spinta propulsiva
dell’uomo sociale a raggiungere livelli di superiorità nel suo ambito,
purtroppo tale aspirazione innata, se frustrata può degenerare in nevrosi e
portare l’individuo a compiere atti antisociali come “protesta virile” a costo
di dimostrare di aver raggiunto comunque la superiorità, anche se confondendola
col potere e con la prevaricazione.
Ma
esulando dal pensiero criminale dovremmo chiederci quanti piccoli Erostrato
oggi si aggirano per le strade e, soprattutto, per le televisioni ? Oggi nel
mondo dello
spettacolo
si sta arrivando a compiere qualsiasi cosa pur di apparire e di essere
riconosciuti dalla fama e dagli altri. Penso qui alla devastante invasione di
“reality” che sta caratterizzando la TV Italiana
degli ultimi 10 anni, dove si assistono alle disavventure spontaneamente
provocate da due categorie di personaggi dello spettacolo: quelli sull’orlo del
fallimento e magari col conto in banca in rosso e quelli che con alle
spalle qualche gettone di presenza in
altre trasmissioni a stento riconoscibili dall’utenza media.
Tutti
assistono con mesta rassegnazione a quante inutili sofferenze e privazioni, a
quante umiliazioni e stupidaggini si sottopongono questi individui pur di
apparire, così presi dalla spinta alla superiorità macchiata però da
indiscutibili spinte nevrotiche. Può essere solo questo il modo di recuperare
prestigio? Si può comprendere il giovane anonimo che si mette in gioco, ma non
si capisce come tanti personaggi più o meno noti imitando Erostrato non
incendiano certo nessuna Chiesa o Tempio Pagano ma DANNO FUOCO ALLA LORO
DIGNITA’ e alla loro, presunta, intelligenza dichiarano con ferma decisione una
sola cosa certa: siamo tutti dei nevrotici frustrati. Il discorso potrebbe
estendersi anche a situazioni ben più serie quali il bullismo nelle scuole, dove
si assiste al compimento da parte dell’adolescente di azioni fortemente
anti-sociali ed illogiche per reprimere a quel senso di frustrazione interiore
che genera angoscia e paura. Direbbero gli scienziati di Palo Alto che ogni
persona dentro ne nasconde un’altra e compie atti pratici opposti alle idee che
detiene nei meandri della sua personalità, per cui quanto più forte è il senso
di inferiorità e di paura più diventa probabile che compaiano azioni
spropositate che reclamino un falsa superiorità. Ma cercare di ottenere un
cambiamento di un comportamento assumendo atteggiamenti forzatamente opposti
del solito in realtà non fa altro che amplificare il problema di fondo, quello
che Paul Watzlawick definì eccentricamente in una sua ricerca: “ Più di prima, ovvero
quando la soluzione diventa il problema”.
Dunque
a tutti gli aspiranti Erostrato andrebbe consigliato di osservarsi dentro con
l’ausilio di un terzo occhio, quello dell’anima direbbero i buddhisti, e non
voltare lo sguardo verso i facili costumi della società che frutto
dell’apparenza non aiutano ad essere migliori e felici ma soltanto ad
amplificare l’insoddisfazione di base e renderli perennemente frustrati.
Dott. Davide Cinotti
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