mercoledì 3 luglio 2013

Perchè essere per forza famosi: il complesso di Erostrato



IL COMPLESSO DI EROSTRATO



Tempo fa leggendo un libro di storia filosofica ho appreso dell’esistenza nell’antica Grecia e precisamente nella metropoli di Atene, di un vecchietto piuttosto impavido nonché folle di nome Erostrato. Costui afflitto da una esistenza fin troppo ordinaria ma spinto da una indomabile volontà nascosta di giungere agli onori della cronaca e della fama, rimase a pensare a lungo e alla fine trovò il rimedio per uscire dall’anonimato, come ? Mettendo a fuoco il divino Tempio di Atena. Ma essendo la fama il suo obiettivo, a prescindere dalla ragione per cui gli venisse riconosciuta gloria, si preoccupò di andare gridando con somma gioia alle genti di Atene una frase ripetitiva: “Dite a tutti che io sono Erostrato ed ho bruciato il tempio di Atena! Ricordatevi bene, Erostrato !” L’assurda presa di posizione costò al vecchietto la sua stessa vita data l’entità del sacrilegio compiuto, ma se ancora oggi si parla di lui e ricordiamo il suo nome possiamo in un certo senso ammettere che il suo intento è stato soddisfatto, ha avuto ciò che chiedeva: la fama.
Pur non essendo un complesso patologico riconosciuto nei manuali di psichiatria e psicopatologia, ho azzardato a inquadrare tale caratteristica di personalità dandole un nome, il complesso di Erostrato appunto, interrogandomi su quanti inconsapevolmente oggi soffrono di questo problema. Mi viene naturale pensare ai tanti criminali che pur di essere riconosciuti, temuti e nominati rinunciano ad una vita tranquilla ed onesta e compiendo azioni illegali si costruiscono, a loro modo, un ruolo ed una fama. Uscir fuori dal normale colpisce tutti, l’azione antisociale è di per sé destinata a salire alla ribalta della cronaca e più l’atto è eclatante più i media ne parlano, ciò per dinamiche psicologiche paradossali che gratificano l’autore del crimine che, sebbene in forma negativa, comunque si sente oggetto di attenzione pubblica. Fu Adler nel primo novecento a parlare di “sentimento di inferiorità” come spinta propulsiva dell’uomo sociale a raggiungere livelli di superiorità nel suo ambito, purtroppo tale aspirazione innata, se frustrata può degenerare in nevrosi e portare l’individuo a compiere atti antisociali come “protesta virile” a costo di dimostrare di aver raggiunto comunque la superiorità, anche se confondendola col potere e con la prevaricazione.



Ma esulando dal pensiero criminale dovremmo chiederci quanti piccoli Erostrato oggi si aggirano per le strade e, soprattutto, per le televisioni ? Oggi nel mondo dello
spettacolo si sta arrivando a compiere qualsiasi cosa pur di apparire e di essere riconosciuti dalla fama e dagli altri. Penso qui alla devastante invasione di “reality” che sta caratterizzando la TV Italiana degli ultimi 10 anni, dove si assistono alle disavventure spontaneamente provocate da due categorie di personaggi dello spettacolo: quelli sull’orlo del fallimento e magari col conto in banca in rosso e quelli che con alle spalle  qualche gettone di presenza in altre trasmissioni a stento riconoscibili dall’utenza media.
Tutti assistono con mesta rassegnazione a quante inutili sofferenze e privazioni, a quante umiliazioni e stupidaggini si sottopongono questi individui pur di apparire, così presi dalla spinta alla superiorità macchiata però da indiscutibili spinte nevrotiche. Può essere solo questo il modo di recuperare prestigio? Si può comprendere il giovane anonimo che si mette in gioco, ma non si capisce come tanti personaggi più o meno noti imitando Erostrato non incendiano certo nessuna Chiesa o Tempio Pagano ma DANNO FUOCO ALLA LORO DIGNITA’ e alla loro, presunta, intelligenza dichiarano con ferma decisione una sola cosa certa: siamo tutti dei nevrotici frustrati. Il discorso potrebbe estendersi anche a situazioni ben più serie quali il bullismo nelle scuole, dove si assiste al compimento da parte dell’adolescente di azioni fortemente anti-sociali ed illogiche per reprimere a quel senso di frustrazione interiore che genera angoscia e paura. Direbbero gli scienziati di Palo Alto che ogni persona dentro ne nasconde un’altra e compie atti pratici opposti alle idee che detiene nei meandri della sua personalità, per cui quanto più forte è il senso di inferiorità e di paura più diventa probabile che compaiano azioni spropositate che reclamino un falsa superiorità. Ma cercare di ottenere un cambiamento di un comportamento assumendo atteggiamenti forzatamente opposti del solito in realtà non fa altro che amplificare il problema di fondo, quello che Paul Watzlawick definì eccentricamente in una sua ricerca: “ Più di prima, ovvero quando la soluzione diventa il problema”.
Dunque a tutti gli aspiranti Erostrato andrebbe consigliato di osservarsi dentro con l’ausilio di un terzo occhio, quello dell’anima direbbero i buddhisti, e non voltare lo sguardo verso i facili costumi della società che frutto dell’apparenza non aiutano ad essere migliori e felici ma soltanto ad amplificare l’insoddisfazione di base e renderli perennemente frustrati.


                                                                                Dott. Davide Cinotti

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